Comune di Trecastagni

Trecastagni, CT, Italia
Vista Panoramica - Comune di Trecastagni

Cenni storici


La storia di Trecastagni, le cui origini sono ancora oggetto di studio e di ricerca, diventano leggibili a partire dagli inizi del XIV secolo come testimoniano sia la data di fusione incisa sulla campana della Chiesa dei Bianchi (1302), sia dai racconti di Frà Michele De Piazza e del Fazzello di quando il paese subì l’invasione di Simone Chiaramonte, filo francese, per scacciare il generale Artale Aragona, catalano. Nel 1640 il paesino fu venduto al titolo di “principe di tre castagni” al messinese Domenico di Giovanni e nel 1818 in adempimento del regio decreto dell’11/10/1817 fu costituito comune e capoluogo di mandamento giudiziario ed elettorale con riserva di un seggio nel Parlamento Generale di Sicilia.

INFORMAZIONI GEOGRAFICHE

La cittadina, posta sui primi contrafforti dell’Etna a 586 metri slam, spazia sull’ampio panorama della costa di Capo Taormina alle raffinerie di Augusta e domina un territorio esteso per 18,96 Kmq. Il centro abitato si è sviluppato originariamente, ma più probabilmente per effetto della ricostruzione dopo terremoto del 1693, lungo le due direttrici ortogonali sud-nord (Catania – Zafferana) est-ovest (Acireale – Nicolosi). Tali linee di espansione, identificabili nelle attuali vie Vittorio Emanuele – Corso Sicilia e L. Sturzo – F. Crispi ricche di testimonianze architettoniche borghesi e di angoli tipicamente contadini, si intersecano formando uno slargo, Piazza dei bianchi, centro storico per antonomasia della vita cittadina, con la spaziosa e vicina presenza di Piazza Marconi.

Attrattiva principale


La festa e il Santuario dei Santi Martiri
L’attrattiva principale del paese è rappresentata proprio da questo passaggio, si narra che i tre Santi Martiri si siano fermati a Trecastagni ed abbiano bevuto da una fonte prima di ripartire per Lentini, in questa fonte oggi sorge il Santuario a loro dedicato. La festa dei Santi Martiri risale al 1593 data che corrisponde anche alla costruzione della chiesa. Durante la festa ha luogo la sfilata dei tipici Carretti siciliani, con esposizione dei diversi modelli di carretto, costruiti e ornati dai nostri antenati. La festa prosegue 11 maggio con la giornata dedicata alla devozione dei cittadini trecastagnesi. Il 17 maggio è l’ottava della festa e questa data “chiude” i festeggiamenti, ma i Santi rimarranno svelati fino alla prima domenica di Giugno.

Da visitare


Convento Francescano
Fondato nel 1660 con il denaro dei fedeli e per la munificenza del Principe di Trecastagni, Scipione l’ormai ex convento si compone di un grande fabbricato con un chiostro interno circondato da 21 pilastri in pietra lavica e al centro di esso vi è una grandiosa cisterna. L’interno del portico in passato era totalmente affrescato con storie di Santi Francescani presumibilmente ad opera di Giovanni Lo Coco, ma oggi risulta completamente imbiancato. Sulla porta del convento era posto uno stemma in marmo della famiglia dei Principi Di Giovanni. La struttura del convento, a seguito della confisca dei beni ecclesiastici dopo l’unità d’Italia, è stata adibita a diversi usi: municipio, scuola e carcere.

Chiesa S. Antonio di Padova
La Chiesa di S. Antonio di Padova è attigua alla struttura del convento ed è composta di una sola navata con affreschi dello stesso Lo Coco sia nella volta che nelle pareti, molto pregevoli e preziosi gli altari in legno intagliato. In una nicchia, in passato occultata da una tela vi è riposta la statua in legno della Madonna Immacolata. La statua presenta dei colori e dei simboli non subito riconoscibili in quanto è stata scolpita in data precedente alle apparizioni di Lourdes. Le statue presenti nella chiesa sono quasi tutte riconducibili alla metà del 1700 ad opera del medesimo scultore che lavorò in numerosi altri templi etnei. Nella cella campanaria vi sono 3 campane: la minore dedicata alla Vergine Maria datata luglio 1755; la maggiore fusa ne 1851 dedicata a S. Antonio di Padova e l’ultima, la più recente dedicata a Papa Giovanni Paolo II. L’imponente sagrestia è stata recuperata e restaurata nei primissimi anni ’90 ad opera del comitato che da oltre 25 anni cura la conservazione di questo tempio. E’ presente pure un piccolo museo che conserva preziosi paramenti sacri e cimeli di vita contadina. L’esterno del convento presentavauna policromia di bianco e nero, ma il portale fu rifatto in seguito al terremoto del 1693, utilizzando il vecchio materiale lavico dalle linee caratteristiche e completandolo con pietra da taglio, esso è sormontato da una finestra di stile barocco, arricchito da una vetrata colorata con la raffigurazione di S. Antonio di Padova.

Santuario Santi Fratelli Martiri Alfio Filadelfo e Cirino
I primi documenti storici sulla costruzione della chiesa dei Santi Martiri sono datati 1593. Il 7 Gennaio 1650 il vicario generale della diocesi dava licenza di allargare la chiesetta esistente. Nel 1655 la nuova chiesa doveva essere pressoché compiuta, mentre la facciata fu completata solo nel 1662. Sin da subito la chiesa era annoverata tra le più importanti del territorio, con un’attiva confraternita che ne curava la vita e le attività. Per tutto il corso del 1600 e del 1700 la chiesa si componeva di una sola navata con quattro altari laterali oltre quello centrale. Nell’800 grazie alle offerte dei fedeli si succedono una serie di ampliamenti e miglioramenti. Nel 1857 infatti viene costruito il campanile, mentre tra il 1878 e il 1884 furono aggiunte le navate laterali per accogliere i sempre più numerosi devoti. Per quasi tutto il XX secolo la chiesa si presentava pressoché come la vediamo oggi, nelle sue linee architettoniche e nelle decorazioni. Gli altari in marmo policromo e il capellone maggiore rinnovato. Nel 1929 si completò la pavimentazione di tutta la chiesa in marmo bianco e nero in analogia col pavimento dell’abside. La chiesa nel suo complesso mostra evidenti i segni dei diversi momenti di interventi ed ampliamenti; e tutta via l’insieme appare abbastanza unitario. La mancanza del transetto è frutto della forma originaria ad una sola navata, con soffitto a botte interrotto da lunette decorate e sostenuto da possenti pilastri. Rigorosamente unitaria è la facciata, tripartita da pareste in pietra lavica, chiusa da un cornicione aggettante e da un timpano triangolare dai richiami classici. I richiami gotici del campanile ottagonale non contrastano con gli altri elementi dell’intero prospetto, grazie ai riferimenti ed ornamenti in pietra dell’Etna e da taglio. Nella navata sinistra si ammira il portale in pietra con l’emblema dei partiti, certamente più antico e verosimile appartenuto alla prima chiesa di ridotte dimensioni.

Palazzo dei Di Giovanni
Il prestigioso “Palazzo dei Di Giovanni, costruito dal principe Domenico dopo l’acquisto del “casale”, che dopo usi alterni e devastanti – carcere e caserma dei carabinieri – è stato recentemente rivelato dal Comune per essere restaurato ed adibito a sede di istituzioni culturali, conserva tracce di pitture parietali. La “voce popolare” lo vuole collegato mediante un cunicolo sotterraneo al Convento dei Padri Minori Riformati; probabilmente si doveva trattare di una grotta di scorrimento lavico della quale, comunque, nessuno sa oggi indicare l’imboccatura e la direzione.

Mulino a Vento
Sul colle a nord-ovest, con vista panoramica sull’Etna e il mare, resiste al tempo il cosiddetto “Mulino a Vento”: una costruzione conica in pietrame e malta di antica fattura e, data la posizione, con funzione difensiva e di avvistamento, adattata in tempi posteriori a mulino a vento di modeste dimensioni.

Chiesa Madre
La Chiesa Madre, dedicata a san Nicola di Bari nel 1789, si eleva su un colle di straordinaria panoramicità, dal quale l’occhio può spaziare dall’Etna a Taormina, alla Calabria, ad Augusta e al quale si accede per una scalea monumentale, con l’emiciclo alla base eccentrico rispetto all’asse della chiesa, in forte pendenza. Il prospetto scandisce gli spazi interni mediante pilastri in pietra lavica porosa sormontati da una architrave ornata da mascheroni e da un timpano triangolare su cui si erge lo snello campanile in arenaria. La monumentalità del portale d’ingresso è sottolineata da due basamenti sorreggenti delle colonne ioniche sulle quali poggia una trabeazione e una finestra adorna di semicariatidi, teste di angeli e maschere. L’interno di impianto cinquecentesco, certamente rimaneggiato dopo il terremoto del 1693, è a tre navate con transetto, separate da arcate romaniche sostenute da pilastri in pietra lavica culminanti nei due archi trionfali che separano la navata centrale dell’abside. Al suo interno solenne ed arioso, arricchito recentemente da finestre policrome istoriate con figure dei dodici apostoli, si possono ammirare gli altari in marmo intarsiato; le cappelle del Sacramento e del Crocifisso sono decorate a stucchi di scuola del Serpotta; un monumentale organo del 1824 costruito dall’acese Patanè; la formella con la deposizione, copia originale del Gagini in Santa Maria del Gesù in Catania, sormontate l’ingresso della sacrestia e i resti di un affresco. Attribuito a Paolo Vasta, raffigurante “Cristo nel Getsemani”.

Chiesa della Misericordia
La chiesa della Misericordia, comunemente denominata dei Bianchi o del Bianco, nell’omonima piazza, è la più antica almeno per il documento che conserva: la sua campana maggiore porta la data del 1302, ad essa nel 1500 facevano riferimento per l’assistenza religiosa e sacramentale gli abitanti di Pedara, privi della loro chiesa distrutta dai terremoti del 1536 e 1537. L’attuale costruzione è del 1734, come recita la data incisa sulla trabeazione lavica della porta laterale, e presenta affrescate la volta con l’esaltazione dell’eucarestia e le arcate laterali con motivi floreali; sull’altare maggiore, sormontato da colonne tortili decorate con nastri di fiori, si conservano il gruppo in legno dorato raffigurante la Misericordia di fattura settecentesca. La facciata alterna l’intonaco a malta alle aperture contornate da pietra lavica intagliata e scolpita.

Il Conservatorio delle Vergini
Oggi Collegio Immacolata, con imponente edificio settecentesco, sormontato da una elegante torretta- belvedere, con annessa chiesa dalla pianta ovale, affidato alle figlie di Maria Ausiliatrice- ne fu prima direttrice la beate Maddalena Morano- che svolgono un’incisiva azione educativa, sociale, religiosa e culturale.

Tipicità


La topografia
Trecastagni paese della provincia di Catania, sorge alle pendici dell’Etna e dista 14 km da Catania. La sua particolare posizione tra la montagna ed il mare ne fa un luogo particolareggiato per raggiungere facilmente le due maggiori attrattive della nostra Isola. Tra le diverse ipotesi formulate per spiegare il toponimo Trecastagni la più attendibile e documentata storicamente è quella che lo fa risalire all’esistenza di tre grossi castagni, del cui sito oggi non rimane nulla: Tres castaneae, come recitano i testi latini, curiali e non, del XVI secolo per indicare il luogo; Trecastagni o Trecastagne nei testi in lingua del XVII secolo in avanti. Altre letture più o meno accreditate spaziano da Tria castra con la variante Tria castra ognia, di difficile comprensione e giustificazione linguistica, a Tres Casti Agni, con riferimento ai fratelli martiri, Alfio, Filadelfio e Cirino, compatroni del paese, che ha si l’assonanza fonica con Trecastagni, ma sembra nata in ambito religioso a partire dal XVII secolo avente come perno portante la sosta nel luogo dei fratelli durante il viaggio da Messina a Lentini, sede del martirio, e il paliotto in velluto rosso ricamato in oro, oggi nella sala consiliare del comune, con lo stemma dei Di Giovanni e il cartiglio Civitas Tres Casti- Agni.

Appuntamenti


GENNAIO

Mercatini di Natale: A Trecastagni (CT) nel periodo natalizio si svolge il “Mercatino di Natale” manifestazione tipica dei paesi d’alta montagna, ma certamente unica nelle nostre parti. Vengono allestite casette in legno nel caratteristico stile nordico con straordinari addobbi luminosi. Numerose casette di legno, nelle quali vengono esposti prodotti tipici e articoli natalizi che sono meta di coloro che visitano il più caratteristico evento natalizio di tutta la Sicilia. Location del mercatino è Piazza Marconi e la vicina Piazza Aldo Moro. Ogni domenica mattina vengono offerti da Babbo Natale, accompagnato dai suoi folletti e dalla Regina delle Nevi, infiniti doni per tutti i bambini presenti, inoltre sempre la domenica mattina vengono messe gratuitamente a disposizione di tutte le famiglie delle carrozze trainate dai cavalli per rievocare antiche usanze. Importanti ed incantevoli in questo scenario natalizio il Presepe Vivente, la mostra dei presepi e la casetta di Babbo Natale. (Dal 26 Novembre al 6 Gennaio)

MAGGIO

Festa di Trecastagni Star: Un evento unico che si ripete già da ventisei anni, la Trecastagni Star si svolge ogni anno l’uno maggio, che da pure l’avvio ai grandi festeggiamenti in onore dei tre fratelli Alfio, Filadelfo e Cirino. Trecastagni nei giorni della gara assume prestigio a livello nazionale e internazionale perché serbatoio e vetrina di grandi atleti provenienti da ogni nazione e che ha sopratutto visto come protagonisti principali Alberto Cova, Stefano Mei, Toto Antibo e Francesco Panetta. (1 Maggio)

Festa dei Santi Martiri Alfio Filadelfo e Cirino: Il primo di Maggio, 21 colpi di cannone danno inizio alla grande festa in onore dei santi martiri Alfio Filadelfo e Cirino. Giorno 6 Maggio inizia il clou dei festeggiamenti con l’uscita delle candelore. Giorno 7 invece si svolge la tradizionale “entrata delle musiche”: una sfilata di bande musicali provenienti da tutta la sicilia si snoda per le vie cittadine suonano marce festose. La sera dell’8 dopo una solenne celebrazione in chiesa madre, le reliquie dei Santi conservate in diversi reliquiari vengono portate in processione fino al Santuario. Giorno 9 i due eventi più importanti sono: lo spettacolo di fuochi pirotecnici in cui si fronteggiano i tre partiti “S.Alfio”, “Collegiata” e “Tondo”, mentre dopo la Santa Messa celebrata a mezzanotte al Santuario si veglia in preghiera e si accolgono i numerosi pellegrini e i “nudi”, che giungono a tutte le ore della notte. Il mattino successivo il Santuario appare gremito di fedeli che attendono per le ore 9,00 la “svelata” dei Santi. Il grido di migliaia di fedeli diventa irrefrenabile e la chiesa vibra all’acclamazione corale di: “W. S. Alfio”. Alle 10,00 inizia la tradizionale sfilata dei carretti siciliani che allietano con i loro colori e i loro suoni le persone che attendono le ore 13:00; ora in cui si ripete ogni anno l’uscita del percolo preceduto dalle Candelore e portato in processione fra ali di popolo fino in chiesa Madre. La processione continua nel pomeriggio fino ad ora tarda, con delle soste, una delle quali presso il Largo dei Bianchi per la “calata dell’angelo”: devozionale offerta di denaro da parte del quartiere. I simulacri dei Santi tornano al Santuario in piena notte. (dall’1 al 17 Maggio)

OTTOBRE

Festa del Castagno – Sapori d’Autunno: Il frutto che simboleggia, per eccellenza, la stagione dell’autunno è la castagna, definita nel medioevo “il frutto del diavolo” a causa delle sue spine, ancora oggi, simpaticamente chiamata (sopratutto nel Lazio) “frutto della suocera”. L’albero da cui nasce può anche raggiungere i mille anni di età, divenendo testimone di un’intera comunità: è il caso di Trecastagni, comune in provincia di Catania che proprio a questo frutto dedica la “Festa del Castagno”, giunta alla XII edizione. La manifestazione, si svolge ogni anno dal 25 settembre sino al 24 ottobre ed è patrocinata dalla Provincia Regionale di Catania. In piazza Marconi e in piazza Aldo Moro, ogni fine settimana sarà possibile vedere all’opera cuochi che prepareranno sul posto i piatti della tradizione autunnale. Negli stand saranno messi in vendita conserve, mele dell’Etna, castagne, funghi, mostarda. Ampio spazio sarà dedicato all’artigianato, dove sapienti maestri esporranno i manufatti realizzati in legno, ferro, pietre e rame. (tutto il mese di Ottobre)

DICEMBRE

Festa di San Nicola di Bari Patrono: Solenni festeggiamenti in onore del Patrono San Nicola a Trecastagni (Catania) la prima domenica di dicembre. Le prime notizie del culto di S. Nicola a Trecastagni risalgono agli inizi del XV secolo, allorquando venne demolita la vetusta chiesa madre, dedicata alla Madonna della Misericordia, per far posto all’attuale chiesa, che fu sin dall’inizio dedicata a S. Nicola, tale notizia trova conferma nella bolla del 31 Marzo 1446 di Papa Eugenio IV, con cui il Pontefice elevava a dignità di Collegiata la chiesa di S.Maria dell’Elemosina di Catania, aggregando ad essa varie chiese della Diocesi, tra le quali la chiesa di “S.Niccolò” di Trecastagni. Altre notizie relative al culto in onore del Santo si trovano nelle giuliane del ‘600, conservate presso l’archivio parrocchiale, in cui sono annotate le spese per la festa di S.Nicola: Spisi per rotula 14 di pulivi per la festa di San Nicola e per la luminaria (1616). La festa doveva essere molto sentita: basti pensare che, come asseriscono gli storici Mons. Giovanni Lanzafame e Vito Zappalà Nicolosi, i nudi, che oggi rendono omaggio ai SS. MM. Alfio Filadelfo e Cirino, non erano altro che i marinai, i quali scampati alle tempeste, venivano a ringraziare così come si trovavano vestiti, il Santo protettore dei marinai, portando in dono grossi ceri. Il giorno della festa la statua del Santo, portata a spalla dai devoti, esce dalla porta principale della chiesa ad Egli dedicata e viene portato in processione sul percolo della Madonna del Carmelo. Il sabato, vigilia della festa, durante la messa, Svelata del Simulacro del S. Patrono, canto dell’inno e traslazione dell’immagine dalla cappella all’altare maggiore. La domenica mattina Trionfale Uscita dalla porta maggiore del Simulacro di S. Nicola, accolto dal suono delle campane, fuochi d’artificio, carte colorate, musiche di banda e porta in processione. Il percorso della processione cambia ogni anno, ma fa tappa fissa è il Largo dei Bianchi dove viene accolto con il suono di trombe. il rientro del Santo in chiesa intorno all’ora di pranzo. Nel pomeriggio, dopo il solenne pontificale, le Reliquie e il Simulacro di S. Nicola vengono portati nuovamente in processione, al termina della quale si fa rientro in Chiesa Madre per la Cerimonia conclusiva e la venerazione delle Reliquie. (prima domenica di Dicembre)

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