Comune di Sant’Alessio Siculo

Sant'Alessio Siculo, ME, Italia
Foto del Comune della Sicilia - Sant'Alessio Siculo - veduta panoramica

Cenni storici


Sant’Alessio Siculo è un piccolo centro abitato bagnato dal mare jonico, che si trova lungo quella che è conosciuta come “Costa d’argento”, dal nome che i greci diedero a Capo Sant’Alessio. Infatti il paese è delimitato a destra da un promontorio calcareo che scende a strapiombo sul mare, questo anticamente venne chiamato Arghenrion Akron che significa “Capo d’argento”. Nella parete esterna del Capo si trovano tre grotte a cui si può accedere solo dal mare e al di là del capo si trova una suggestiva scogliera con grandi massi. In cima al promontorio vi è un castello saraceno del XII secolo. La zona costiera in cui si trova Sant’Alessio non era molto popolata nel periodo medievale perché la zona era esposta all’incursione dei pirati saraceni. Nel periodo medievale quindi la comunità viveva a Forza D’Agrò, e vivevano alla “marina” solo coloro che praticavano la pesca. Con la fine delle incursioni da parte dei pirati c’è stato uno spostamento verso le zone del litorale e cosi Sant’Alessio cominciò a diventare un vero e proprio centro urbano. Oggi i due sono comuni autonomi: nel 1948 Sant’Alessio Siculo, prima frazione di Forza D’Agrò, ottenne l’autonomia diventando comune.

Attrattiva principale


Il Castello Saraceno

L’attrattiva principale di Sant’Alessio è sicuramente il suo castello. In qualsiasi punto del paese ti trovi lo sguardo non può che andare a cadere sempre lì, tantè che lo ritroviamo anche nello stemma e nel gonfalone comunale. Il castello è a pianta poligonale ed composto da due torrioni, uno a pianta rettangolare e uno a pianta circolare e da un muro di cinta. I due torrioni sono posti sulle due estremità del Capo, a strapiombo sul mare. Per la sua posizione strategica per la difesa delle coste, il capo è stato sin dai tempi antichi edificato con fortificazioni; i primi furono i romani che chiamavano il Capo Promontorium. La costruzione del castello saraceno si fa invece risalire agli arabi, in particolare per iniziativa di Alessio I Comneno. Successivamente i normanni lo ricostruirono apportando modifiche strutturali e gli diedero la forma odierna. Nei primi anni dell’Ottocento gli Inglesi lo ristrutturarono, costruendo il muro di cinta esterno per difendere la costa dagli attacchi dei Francesi, provenienti dalla Calabria. Nel 1900 il castello fu acquistato da Giovanni Impellizzeri. Dalla zona antistante il castello partono due gallerie sotterranee che proseguono sotto di esso e finiscono in due aperture sulle pareti rocciose, una lato Messina, una lato Taormina. Attualmente, purtroppo, il castello non è visitabile, in quanto appartenente ad un privato, ma vale comunque la pena ammirarlo anche solo dall’esterno.

Da visitare


Le Fornaci: fuori da Sant’Alessio, percorrendo la statale 114 direzione Messina, non molto lontano si nota già il Capo, ma prima sono visibili le numerose fornaci sparse lungo tutto il costone roccioso. Le fornaci risalgono al periodo del post seconda guerra mondiale e sono stati degli strumenti fondamentali per una delle attività più fiorenti di Sant’Alessio: la produzione di calce idraulica, che ebbe la sua maggiore espansione in quel periodo.

S. Margherita: da numerose tracce storiche, costituì un importante insediamento dei monaci basiliani (si ricorda infatti che a qualche chilometro di distanza sorge l’Abbazia dei SS. Pietro e paolo d’Agro’). Infatti, è possibile scorgere i resti di un’antica chiesa bizantina, dove il turista più attendo potrà ancora ammirare l’abside perfettamente conservata e affreschi sacri che tuttavia a causa delle intemperie, necessiterebbero di adeguati interventi di restauro. Tale sito, benché sottoposto a vincolo da parte della Sovrintendenza, appartiene a dei privati. Qui si distingue ancora una caserma borbonica sovrastata dal simbolo della Sicilia: la trinacria costituita dalla testa di Gorgone, mostro mitologico che trasformava in pietra chiunque lo guardasse, e poi le tre gambe che rappresentano le tre punte della Sicilia; intorno alla trinacria sono scolpiti cornucopie e spighe, simbolo di abbondanza e fertilità. È in perfetto stato di conservazione come pochi in tutta la Sicilia.

Il Castello Saraceno: alla sommità del Capo, si può ammirare dall’esterno il Castello Saraceno con i suoi torrioni. Suggestiva la vista da questo punto su tutta la costa jonica, si riesce nettamente a distinguere fino a Capo Alì.

Sant’Alessio vecchio: verso la costa è collocato il quartiere più antico di Sant’Alessio: il quartiere della Madonna del Carmelo dove sono visibili tracce probabilmente del primo insediamento. In particolare percorrendo la via della Madonna del Carmelo che dalla strada statale porta al lungomare si notano elementi architettonici che testimoniano la presenza di costruzioni, anche di una elevata estrazione sociale: archi in pietra bicolore con diversi disegni e forme geometriche si scorgono sotto il livello del calpestio: elementi, questi, che testimoniamo come il quartiere sia stato più volte teatro di alluvioni e ricostruito. Il quartiere molto piccolo, composto da due vie che girano attorno a quello che è il fulcro del quartiere: la chiesa della Madonna del Carmelo. Non si conosce l’anno esatto della sua costruzione, si suppone tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo; la chiesa è in architettura rustica siciliana, uno stile molto povero e con pochissimi elementi decorativi. Inizialmente la Chiesa era stata consacrata anche San Nicola, successivamente il culto del Santo si perse e rimase solo quello della Vergine. All’inizio del XX secolo, dopo essere stata abbandonata, gli interni della Chiesa vennero restaurati. L’elemento decorativo più importante era costituito da un dipinto raffigurante la Santa Vergine datato 1655, che purtroppo è stato trafugato qualche anno addietro e le cui ricerche, ad oggi, si sono rivelate vane. Attualmente la Chiesa, oggetto di un importante intervento di recupero architettonico, è visitabile. Da ricordare, inoltre che la festa della Madonna del Carmelo, il 16 Luglio, prende il via proprio da questo tempio santo ove è custodita la statua della Madonna. Passeggiando nelle piccole viuzze si può vedere anche un lavatoio risalente al 1800 circa, ingegnosa opera idraulica collegata alla “fontana” funzionante che si trova sulla SS.114 ai piedi della grotta della Madonna di Lourdes, ove è possibile scorgere un bellissimo mascherone maschile da dove sgorga acqua.

U quarteri i menzu: si accede al quartiere attraversando un Portale del 1700, formato da un arco in pietra arenaria dove è inciso l’anno della sua costruzione, 1700 appunto; da qui inizia una struttura muraria a volta, conservata solo in parte. In basso al portale troviamo un caratteristico “scifo” per l’abbeveraggio degli animali scolpito rozzamente in un singolo blocco di pietra.

Chiesa Madonna delle Grazie: sulla via Consolare Valeria si può ammirare la Chiesa della Madonna delle Grazie. Non si conosce l’anno esatto della sua costruzione, ma dovrebbe essere intorno al 1600, per volere dei monaci agostiniani di Forza D’agrò. Negli ultimi anni la chiesa è stata ristrutturata, ma ha mantenuto il suo stile di architettura muraria, molto semplice e priva di elementi decorativi. All’interno della chiesa si trova una statua della Madonna delle Grazie risalente al 1600.

Villa Genovesi: conosciuta anche come la “Villa del gallo” perché sulla sua sommità c’è un galletto di ferro. La struttura è stata fatta costruire da un medico, il dott. Francesco Genovesi nel 1800, attualmente però è diventata comunale. L’edificio è in stile svizzero con il tetto spiovente e una torretta circolare. La villa ha due ingressi, uno sulla via nazionale e l’altro sul lungomare. All’interno del terreno sono state costruita anche due dependance, quella lato nord utilizzata come magazzino e cucina e quella lato sud utilizzata come alloggio del personale o per gli ospiti. La villa si snoda su due piani collegati da una scaletta di legno; il piano terra è a pianta quadrata, al primo piano troviamo delle piccole verande. Addossate alla costruzione si trovano due scalette circolari in ferro, quella lato nord porta dal piano terra al primo piano, quella lato sud dal primo piano alla torretta. All’interno della villa sono custoditi tre reperti archeologici del I secolo d.c: un’ anfora nordafricana, un’ anfora a fondo piano e un’ ancora con astragali, reperti che sono stati recuperati nei fondali di fronte al Capo Sant’Alessio.

Piazzetta Pierpaolo Pasolini – Alaluna: salendo verso la zona panoramica del paese, nella piazzetta sulla circonvallazione intitolata a Pierpaolo Pasolini, possiamo ammirare “Alaluna” opera in ferro e acciaio del maestro Nino Ucchino, dedicata allo scrittore indicato scomparso prematuramente ed in circostanze tragiche, mentre sullo sfondo possiamo godere di una delle viste più belle di Sant’Alessio e del suo Capo.

Tipicità


La Pignolata Messinese

La pignolata messinese o pignolata glassata ha origini antiche legate al periodo di carnevale, anche se attualmente viene prodotto durante tutto l’anno. La pignolata nasce durante la dominazione spagnola in Sicilia ed è una rivisitazione della pignolata al miele, dolce di origini risalenti all’epoca romana. Quella al miele era considerata una ricetta povera e venne quindi rielaborata sostituendo la copertura al miele con quella di una glassa al limone e al cioccolato. Il dolce è formato da palline di pasta che vengono fritte nello strutto e che vengono poi assemblate a forma di due pigne che vengono poi ricoperte una parte con glassa al limone e l’altra con glassa al cioccolato. Questo dolce è tipico di Sant’Alessio Siculo e viene prodotto in tutte le pasticcerie del paese. L’11 Luglio 1999 la pasticceria Eros Bar ha ottenuto il Guinnes World Records, producendo una pignolata di 464,25 kg che raffigurava il Capo Sant’Alessio.

Appuntamenti


MARZO – APRILE

‘A passioni (du Signuri)

Dalle professionalità musicali e artistiche del luogo, che si uniscono ai numerosi cittadini prende vita una delle rappresentazioni della passione di Cristo più belle e suggestive dell’intera zona jonica. La settimana santa, viene raccontata dall’inizio, (domenica delle palme) fino alla fine, alla morte ed alla resurrezione del Cristo. È ambientata lungo le vie del paese, dove vengono allestite diverse postazioni in ragione dei momenti che vengono scanditi dal Libro Sacro. Lo spettatore segue la rappresentazione diventando parte della stessa, in quanto si muove con le comparse e i vari attori fino a giungere sul Golgota per assistere alla morte del Cristo. Un’esperienza molto toccante e ricca di emozioni. Numerose sono le maestranze impegnate nella realizzazione dell’evento che viene realizzato con cadenza biennale atteso l’evidente impegno economico e di risorse umane.

LUGLIO

Festa della Madonna del Carmelo

La Madonna del Carmelo è la Patrona di Sant’Alessio Siculo. La festa prevede un periodo di novena dedicata alla Vergine. Il giorno dedicato alla Madonna del Carmelo, il 16 luglio, si svolge la Solenne Celebrazione Eucaristica e dopo si procede alla caratteristica processione a mare. Il simulacro della Madonna del Carmelo viene caricato su un’ imbarcazione e si percorre tutto il tratto di mare di Sant’ Alessio con a seguito numerose altre barche di pescatori e turisti. Successivamente, e per permettere ai numerosi emigrati di far ritorno a S.Alessio nel periodi estivo, i festeggiamenti si concludono l’ultima domenica del mese di luglio, ove ha luogo la processione del simulacro per le vie del paese che, per l’occasione, vengono addobbate con la tradizionale “Infiorata” realizzate da cittadini volenterosi e artisti del luogo.

AGOSTO

Premio Zappala’ Incontro alla Vita

L’associazione “Amici di Onofrio Zappalà ” ogni anno, il 2 agosto, organizza questo premio che negli anni ha previsto, in relazione alla dotazione economica, l’assegnazione di borse di studio per gli studenti di ogni istituto superiore della zona jonica. Nello stesso giorno si svolge un Santa Messa in memoria di Onofrio Zappalà e di tutte le vittime della strage di Bologna. Alla fine di questa, si prosegue con una serata commemorativa con testimonianze della vita di Onofrio, ma anche interventi di esponenti della società civile che si battono per la legalità e alla fine della serata viene appunto assegnato il premio.

Notte Bianca

La manifestazione si svolge lungo tutta la via Consolare Valeria, per l’occasione tutte le attività commerciali restano aperte per tutta la notte e vengono organizzati vari punti di intrattenimento, come esibizioni di scuole di ballo o spettacoli di cabaret ed esibizioni di artisti di strada.

DICEMBRE

Presepe Vivente

L’idea di allestire un vero e proprio presepe vivente nasce negli ’70 ad opera dell’allora Pro Loco cittadina. La location naturale è da sempre stato il naturale pendio del Capo S:Alessio che dall’alto dei tornanti scende a valle, fino alla finissima spiaggia. È in questo scenario che prende vita la rappresentazione della Natività, con centinaia di comparse. L’evento ha sempre registrato la presenza di migliaia di spettatori. Da qualche anno, con l’ausilio del Comune, della Chiesa e di molti volontari, viene realizzato nel quartiere più antico del paese, il quartiere della Madonna del Carmelo, e si snoda all’interno delle viuzze e delle vecchie case che si trasformano in vere “botteghe” artigianali dove è possibile degustare prodotti tipici locali.

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