Comune di Giuliana

Giuliana, PA, Italia
Foto del Comune della Sicilia- Giuliana -  veduta panoramica

Cenni storici


Giuliana, è un paese di 2000 abitanti circa e si trova su una collina isolata posizionata nella parte meridionale della provincia di Palermo, nel centro dei Monti Sicani, a dominio della Valle del Sosio. La storia di questo borgo è caratterizzata dall’incontro tra l’area sicana ellenizzata e l’area elimo-punica, entrambe intercalate in un contesto geo-politico ben definito, di cui oggi si possono ammirare numerosi siti archeologici. La parola Giuliana deriva dal latino (Juliana) e implica un piccolo insediamento umano, probabilmente una villa rustica o una fattoria, appartenente ad un latifondista di nome Giulio (Julius), da qui il nome Giuliana. Oggi il paese si presenta come un piccolo borgo medievale che con le sue viuzze strette, dominate dal castello medievale e costellate da innumerevoli chiese barocche, offre un ricco itinerario artistico-monumentale.

Attrattiva principale


Castello Federico II

Il Castello di Federico II, eccellenza monumentale, storica e culturale, signoreggia a nord sul centro abitato e a sud, come un’aquila dalle ali spalancate, vola con lo sguardo infinito sul verde polmone della Valle del Sosio, toccando la costa meridionale del Mar Mediterraneo. Esso aveva una importante funzione difensiva e nella sua conformazione attuale il Castello è composto essenzialmente da una fortezza turrita superiore e da un corpo di fabbrica semicircolare (sorta precisamente nel 1648 per ospitare un convento di Monaci Olivetani). La fortezza turrita, per lo stile architettonico, viene fatta risalire all’epoca sveva, essa presenta una forma irregolarmente trapezoidale ed è costituita da due corpi di fabbrica rettangolari che si uniscono ad angolo fortemente ottuso rafforzato da una torre a base pentagonale. I due grossi parallelepipedi che costituiscono la fortezza racchiudono un atrio rettangolare, da quest’ultimo si sale alle terrazze superiori per mezzo di una scala di pietra. Dal salone principale si comunica con gli altri vani, uno dei quali presenta nel pavimento un’apertura circolare (buca della salvezza) che immetteva in un cunicolo sotterraneo che arrivava fino a valle. In un altro vano è possibile ammirare in una delle pareti una larga incavatura residuo di un camino. All’interno dei vani vi sono poi numerose celle ricavate nello spessore dei muri, una delle quali riporta tuttora graffiti di carcerati risalenti al 1591. Gli storici ritengono che il Castello di Giuliana sia esempio di quell’architettura militare autentica di Federico II di Svevia, ma nello stesso tempo risulta un eccezione perché la fortezza di Giuliana risulta un poligono incompleto con al centro una torre pentagonale, l’unica del genere che si conosca in Sicilia. Non si può ignorare, tuttavia, che la storiografia isolana attribuisce la fondazione della fortezza giulianese ad un altro Federico II, cioè l’Aragonese. Effettivamente in nessuno dei due casi si ha una documentazione sicura.

Da visitare


Chiesa della SS.ma Trinità: sorge nella parte alta del paese e venne edificata tra il 1648 e il 1655 per iniziativa dell’abate Leonardo Ragusa. La chiesa della Trinità è ad unica navata, di mt.24×8 c.a., è illuminata da alte finestre ovali e presenta, al culmine della scalinata di ingresso, un portale manieristico con stemma olivetano. L’altare maggiore, ad intarsi di marmi policromi, presenta una grandiosa pala raffigurante la SS. Trinità. I due altari laterali presentano due luminosi quadroni raffiguranti la “Madonna in gloria col beato Bernardo Tolomei e Santa Francesca Romana” e la “Madonna col bambino e i Santi Benedetto, Placido, Mauro e Francesca Romana”.

Chiesa del SS. Crocifisso: domina con la sua scenografica facciata l’omonima piazzetta, nella parte alta del centro urbano. Fu eretta in forme barocche nel 1738 sul sito della distrutta Chiesa medievale di S. Margherita, già esistente sullo scorcio del sec. XV. Ad un’unica navata su pianta rettangolare (mt. 27 x 9), la chiesa è coperta da una volta a botte lunettata, con soprastante tetto a falde, che poggia su spessi muri di pietra calcarea. Il prospetto, a due ordini di lesene, è apparecchiato con conci tufacei squadrati e presenta un ricco portale barocco con timpano spezzato. All’interno le decorazioni a stucco della volta e delle pareti, le due balconate in ferro battuto a petto d’oca, il coro ligneo intagliato nel presbiterio, l’altare maggiore in marmo policromo compongono un pittoresco apparato di sapore barocco. I lavori in stucco, culminati nel presbiterio in uno scenografico fondale architettonico con fasci di colonne tortili a capitelli corinzi, furono compiuti nel 1752 dal maestro Nicolò Curti da Castelvetrano. Sull’altare maggiore è custodito un ischeletrito “Crocifisso” ligneo cinquecentesco, su croce di diaspro, oggetto di particolare culto da parte dei Giulianesi a seguito del “miracolo della pioggia” del venerdì 24 Aprile 1579. La barra processionale del Crocifisso, in stile neo-gotico, è opera dell’artigiano Giuseppe Miceli da Burgio. All’interno sono custoditi una serie di dipinti settecenteschi di ignoto autore: “L’Adorazione dei Magi”; “La Madonna delle Grazie”; “S. Antonio di Padova”; “S. Margherita”.

Chiesa di San Nicolò di Bari (dell’Abbadia): fu eretta nel 1550 e si affaccia con la fiancata meridionale sulla piazzetta del SS. Crocifisso. È comunemente detta Abbadia e costruita insieme all’annesso monastero delle suore benedettine. Nel 1886 a causa della “legge di soppressione dei beni ecclesiastici” il monastero diventò casa privata e le monache furono espulse. L’ex monastero addossato alla chiesa, occupa un vasto isolato e possiede un chiostro di rustica architettura. La Chiesa nel settecento ha subito delle modifiche che la rendono diversa rispetto alla configurazione originaria, ha una pianta di 23×7 metri e all’interno presenta una leggera decorazione. La Chiesa di San Nicolò di Bari custodisce alcuni dipinti settecenteschi riconducibili molto probabilmente a Fra Felice da Sambuca. Raffigurano: “S. Gioacchino e S. Anna “; “S. Benedetto e S. Scolastica”; “La presentazione di Gesù al tempio”; “S. Nicolò di Bari”. Oltre alle tele sono presenti dei pregevoli paliotti ricamati in oro e corallo realizzati dalle suore benedettine che erano esperte ricamatrici. La chiesa contiene inoltre una bella urna, a pareti in vetro, col Cristo morto.

Chiesa del SS. Rosario: sorge nella parte centrale dell’abitato e risale alla prima metà del sec. XVII. La fabbricazione fu iniziata nel 1634, dietro licenza del vescovo di Agrigento, e completata nel 1639. La chiesa, ad un’unica navata di m. 18 x 7, è coperta da una volta in gesso con soprastante tetto a falde. La facciata, a capanna, presenta un portale in stile manieristico e sul lato sud un campanile, dalle forme snelle, a base quadrangolare e con cuspide rivestita di piccoli conci maiolicati policromi. L’interno è decorato di stucchi ed affreschi dialettali attestanti la penetrazione del gusto proto barocco a Giuliana. Nell’estradosso dell’arco di trionfo vi è un ciclo di affreschi raffiguranti i misteri del SS. Rosario. Notevole la statua in legno di “San Francesco di Paola” risalente al 1828; altre statue lignee raffigurano: “S, Lucia”; “S. Teresa d’Avilla” e “S. Vincenzo Ferreri”; il gruppo della “Vergine del Rosario e S. Domenico”.

Parco suburbano S. Anna “Giuseppe Altamore”: rappresenta un vero e proprio nucleo vivente della biodiversità sicana, dove uomo e ambiente rappresentano un tutt’uno. La presenza di un interessante percorso naturalistico di circa 26 ettari che, attraverso una vegetazione (quercia, timo, alloro, frassino, ecc.) perfettamente conservata, arriva fino alle pendici di un costone detto “costone di San Marco”, offre dimora per la nidificazione di alcune specie di rapaci (es. sparviero, nibbio e poiana). La natura incontaminata, gli animali e l’ex convento eremitico di Sant’Anna, conferiscono al parco un’impronta di notevole suggestione, un’oasi di pace e di salute indimenticabile. La semplice struttura in pietra richiama l’essenzialità del modo di vivere dei frati francescani dai quali il convento fu abitato a partire dal 1534. Annessa al convento si trova la chiesa, che presenta un’unica navata; la facciata a capanna presenta un umile portale, sovrastato da una finestra. Quest’ultima conservava diverse reliquie, custodite un tempo nella chiesa Madre di Giuliana e fra queste, la reliquia di S. Anna. Partendo dall’entrata principale sarà possibile ammirare la caratteristica struttura chiamata “stanza dello scirocco” che riprende negli schemi quella realizzata dai monaci nel convento. Da essa, attraversando tortuosi vialetti in pietra, ci si inoltrerà tra la boscaglia, accompagnati da un forte odore aromatico di cisto, per un sentiero che permette l’osservazione di alcune tra le specie di flora tipiche della macchia mediterranea. La bellezza delle sue componenti e le caratteristiche delle sue fitocenosi conferiscono al paesaggio un’impronta di notevole suggestione. Sempre lungo il percorso, si potranno scorgere imponenti esemplari di pistacchio secolari caratterizzati da fusti sinuosi e irregolari.

Tipicità


La coltivazione dell’oliva giarraffa è tipica del territorio giulianese. È riconosciuta con l’approvazione del disciplinare DE.CO (denominazione comunale di origine) e si utilizza sia per la produzione di olive da mensa, sia per la produzione di olio.

I piatti tipici sono legati alle ricorrenze religiose. Per la festa di San Giuseppe si allestiscono le tavolate a casa di devoti ed essendo che ricade in periodo di Quaresima il menù non prevede piatti con carne ma i secondi sono a base di fritture, costituite da broccoli, carduna (cardi), finocchi, sparaci e garufi bolliti.

La festa del SS. Crocifisso è legata ai marinai di Sciacca, quindi la tradizione prevede la preparazione della pasta cu sardi e finocchi e merluzzu vugliutu.

I dolci tipici sono: i sfinci d’ova (pasta a base di uova, strutto e farina) i picureddi di Pasqua (impasto di farina di mandorle e zucchero), i cannulicchia d’ova (sottilissima sfoglia di uova fritte con ricotta dolce), l’abbruscatu (mandorle abbrustolite e condite con zucchero e miele), i tassidduzzi o garbusci, (palline di pasta, fritte e poi ricoperte di zucchero e cannella), i viscotta cu i ficu (biscotti con ripieno di fichi).

Appuntamenti


MARZO – APRILE

A festa ‘u Bamminu

Nei giorni che precedono la festa di San Giuseppe si svolge a festa ‘u Bamminu, festa propiziatoria per i novelli sposi che per antico rituale usano rivestire di fiocchi rosa e celesti (c.d. “scocche”) il simulacro divino che visita le loro case accompagnato dai falegnami del paese. Il Bambino Gesù, accompagnato dai falegnami del paese e dalla banda musicale, visita tutte le famiglie del paese e fa festa a casa dei novelli sposi. La festa del Bambinello si conclude con la processione il giorno di San Giuseppe.

La festa del SS. Crocifisso – “U jornu du Signuri”

La festa del SS. Crocifisso, che si svolge il secondo Venerdì dopo la Pasqua, è preceduta da un triduo con rosario e canzoni in dialetto siciliano e culmina con la processione il cui percorso è ornato con rami di ilici. Negli ultimi anni, infatti, il Crocifisso, che è una scultura in legno di leccio, raffigurante il Salvatore appena spirato, viene sceso a braccia dai membri del comitato dei festeggiamenti del SS. Crocifisso, nonché membri dell’omonima Confraternita, che vestiti di una lunga tunica, in devoto silenzio prelevano la Croce con il simulacro ligneo dall’altare maggiore della Chiesa e l’accompagnano fin sopra il fercolo processionale posto all’esterno della Chiesa poco prima dell’inizio della processione, tra lo stupore e la commozione dei fedeli presenti in Chiesa. È “tradizione” che ogni anno piova durante la processione o comunque che scenda qualche goccia. Esiste ai piedi del castello di Federico II, scavata nella roccia e recentemente restaurata, un’antica edicola votiva detta della Madunnuzza. Una lanterna era tenuta sempre accesa davanti a tale cappella in segno di devozione e la tradizione narra che una sera di nebbia fitta, i marinai di Sciacca per rientrare in porto si orientarono con la fioca luce di questa lanterna. Questi uomini in segno di ringraziamento fecero il voto di portare il pesce a Giuliana, organizzando una vera e propria sagra. Oggi, il giorno della festa, i giulianesi mangiano pasta con finocchi e sarde, mentre in passato i fidanzati facevano dono alle proprie ragazze di un merluzzo ornato con un fiocco rosso.

AGOSTO

Gli altari di mezz’agosto a Giuliana

La festività dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, risalente all’età normanna, è conosciuta in Sicilia come Madonna di Mezz’Agosto, poiché cade appunto il 15 Agosto. La “quindicina” della Madonna di Mezz’Agosto si estrinseca nell’allestimento di altari devozionali da parte degli abitanti dei quartieri cittadini. Questi altari vengono costruiti con una intelaiatura di canne verdi, utilizzando come base un tavolo foderato con stoffe ed ornato di ricami e merletti. Nella nicchia viene posto un quadretto della Madonna Assunta, nella sua variante della Madonna del Balzo, con relativo addobbo di collare, corone del Rosario, fiori e lumini. Dinanzi all’altare viene steso un tappeto sul quale vengono posti i fiori. Poco dopo il tramonto, Gli altari vengono allestiti all’aperto, i devoti si siedono a semicerchio e danno avvio al rituale della Quindicina della Madonna Assunta, con la recita del rosario in siciliano, accompagnata da canti religiosi popolari in lingua dialettale, ed ultimamente anche la distribuzione del pane benedetto. La sera di Ferragosto, terminata la celebrazione della messa, si svolgevano diverse attività, come la “corsa nei sacchi”, “u jocu i pignati”, dove un ragazzo bendato doveva cercare di rompere alcune pignatte di argilla sospese con una fune, ma il gioco più atteso in assoluto dagli spettatori era quello da ‘ntinna (l’albero della cuccagna), costituito da un tronco di pioppo scorticato, ricoperto di sapone per renderlo scivoloso, alla cui sommità veniva appesa una corona di alloro con i premi. Questa tradizione è stata ripristinata negli ultimi anni grazie all’impegno della Pro-Loco.

SETTEMBRE

Festa di Maria SS. dell’Udienza

Il 3 settembre avviene la festa della patrona di Giuliana, spettacolare è ancora oggi la processione, per le dimensioni e la pesantezza della vara che attraversa le piccole viuzze del paese. La festa è preceduta da un solenne novenario durante il quale si recitano le sette allegrezze di Maria SS. Dell’Udienza e si canta il rosario in dialetto siciliano. Per la festa dell’Immacolata Concezione del 1987, in occasione dell’anno mariano indetto da Giovanni Paolo II e del 150° anniversario del miracolo del colera, mons. Salvatore Cassisa, arcivescovo di Monreale, ha elevato la Chiesa del Carmine di Giuliana a Santuario della Madonna dell’Udienza. Il titolo dell’Udienza deriverebbe da un’antica tradizione carmelitana secondo la quale Maria ogni anno dopo la Pasqua si recava sul Monte Carmelo per ascoltare le suppliche dei fedeli. Dunque, Madonna che concede “udienza”, che ascolta i bisogni di chi la invoca. Il Culto per la Madonna dell’Udienza risale al 1837, anno in cui si manifestò una grande epidemia di colera, che provocò 284 decessi su una popolazione di circa 4000 abitanti. Alla Madonna dell’Udienza fu attribuita la fine del terribile morbo che decimava la popolazione. I due giorni che precedevano la festa erano destinati alla fiera del bestiame, che un tempo, costituiva un’importante occasione economica e sociale per la comunità. Per un periodo il fercolo della Madonna dell’Udienza veniva portato in processione insieme al simulacro di Sant’Eligio, protettore dei muli, originariamente venerato dalla Confraternita Maria SS. degli Agonizzanti.

DICEMBRE

Presepe vivente

Dal 2010 la Pro loco organizza durante le domeniche del mese, tra i vicoli più antichi del piccolo borgo, il Presepe Vivente. Una manifestazione pensata, e nel filo degli anni fortemente voluta e realizzata, con l’obiettivo di rivivere il miracolo della nascita di Gesù Bambino ed al contempo di riscoprire arti e mestieri della tradizione giulianese e siciliana con la valorizzare del centro storico. Quattro giorni che diventano l’occasione per ripercorrere sentieri e viuzze da tempo inesplorati, promuovere la diffusione e la valorizzazione dei prodotti agroalimentari e artigianali locali, favorire la partecipazione delle famiglie e condividere con queste un percorso di crescita e conoscenza, rafforzare l’identità culturale, la coesione ed il senso di appartenenza. Il presepe vivente di Giuliana nasce nel quartiere Pizzo Prituri, uno dei quartieri più antichi del borgo che tuttora mantiene le parvenze di un lontano passato ma negli anni è cresciuto in allestimento e scenografia e così, oggi, si snoda in un percorso che copre metà centro storico, sino al quartiere del Castello di Federico II. Tutto questo grazie al lavoro e al costante impegno della Pro Loco, con la collaborazione del Comune, tanto da vantare il premio come miglior Presepe Vivente di Sicilia per l’anno 2015-2016.

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